Che ne è del Paradiso? Riflessioni sull'aldiqua |
Postato da admin [19/03/2021 00:32] |
Paradiso dal sanscrito paradesha o "paese
supremo", più tardi pairidaeza (creare attorno), paradeisos (greco).
Senofonte indicava con questo termine il famoso giardino "paradiso"
imperiale persiano. I tre principali termini, ebraico pardes, persiano
pairidaeza e greco paradeisos, contengono infatti l'idea fondamentale di un
parco o giardino. L'accezione attuale di "paradiso" deriva dal
significato della parola greca paradeisos usata nella Bibbia dei Settanta per
indicare il giardino dell'Eden generalmente collocato tra il fiume Tigri ed il
fiume Eufrate. Dante Alighieri lo ha definitivamente collocato come "i
Cieli" o comunque luogo di piacere e felicit¨¤ finale. Il concetto di
paradiso o di luogo felice appartiene a tutte le culture umane ed in tutte é
luogo di provenienza e luogo di arrivo: Hermadri (montagna d'oro), e monte Meru
(dimora degli dei) nei Testi vedici, lo splendente giardino di Shamash epopea
di Gilgamesh, i Campi Elisi nei Misteri di Delfi e di Eleusi, la città
celestiale nelle Edda scandinave, la Terra di Asar dei miti Mesopotamici, la Città
dei Sette Petali di Visnù, Agarttha con la sua capitale .Shamballah ed altre
decine e decine di luoghi felici appartenenti a tutte le tradizioni umane. Da
millenni, nella cultura umana, il "Paradiso" é escaton o luogo finale di
destinazione dell'uomo. Questa grande tradizione culturale e spirituale, oggi, come
si trasformata? Nella sua recente omelia mons. Giampaolo Crepaldi Arcivescovo
di Trieste esamina con assoluta precisione le ultime interpretazioni di quello
che comunemente viene definito "il reale". L'Arcivescovo con lucida riflessione
osserva che: "La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni, l'amore
ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta a un accordo, i diritti vengono
ridotti a desideri, la democrazia viene ridotta a procedura, la religione viene
ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio, il
sapere viene ridotto a scienza e la scienza a esperimento, i valori vengono
ridotti a scelte, le culture ad opinioni, la verità a sensazione, l'autenticit¨¤
viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione¡±. In questo agghiacciante
tritacarne che ¨¨ il riduzionismo di oggi, in questa volont¨¤ di minimalismo
esasperato sembra ci sia finito anche il Paradiso. ¡°Dopo un ricorso presentato
da una cittadina italiana la Corte europea dei diritti dell¡¯uomo (sic! e sigh!)
ha stabilito che la presenza dei crocefissi nelle aule ¨¨ una violazione alla
libert¨¤: cinquemila euro il risarcimento per danni morali.¡± Dunque l¡¯Europa,
nata e sviluppatasi sul Cristianesimo, ora lo nega cinicamente, illudendosi che
la libert¨¤ esista fuori di esso. Cancellando la Croce cancella anche la Resurrezione
e la base stessa del concetto di Paradiso. Togliendola dalle scuole vuole
toglierla dalla cultura abbandonandola alla superstizione. All¡¯interno di
questa assurda sprezzante confusa babele la nostra Chiesa ed i suoi
rappresentanti locali non brillano certo per coraggio e resistenza all¡¯abbattersi
di questa sciagurata visione del mondo. Purtroppo non predicano pi¨´ la Buona Novella.
Sono ormai anni che si assiste alle prediche settimanali e non si sente pi¨´
parlare del Paradiso. A volte ci si chiede se i paludati Celebranti ancora credano,
loro stessi, nel Paradiso. E se ci credono sarebbe bello sapere in quale
tipologia di Paradiso oggi, loro, credono. Sarebbe bene, inoltre, che non ce ne
facessero mistero. Far dissolvere purgatorio ed inferno potrebbe essere
consolante per tutti, ormai non c¡¯¨¨ pi¨´ colpa per cui non c¡¯¨¨ pi¨´ necessit¨¤ di punizione.
E questo pu¨° farci comodo. Oggi c¡¯¨¨ solo legalit¨¤ o illegalit¨¤ e qui il
discorso diventa variabile e articolato, interpretabile e complicato poich¨¦ ¨¨
sufficiente fare una legge per rendere legale ci¨° che ¨¨ illegale. Niente a che
vedere con giusto ingiusto, morale immorale, etico non etico. Per¨° far evaporare
quasi in silenzio anche il Paradiso (la buona novella) porta a trasformare il
nostro vivere quotidiano in un¡¯oscura inquietante melassa dove esiste solo
piacere e dolore: mondo esclusivamente dionisiaco. Nel minimalismo imperante anche
Apollo, l¡¯essere apollineo, ora ¨¨ divenuto vittima eccellente. In questo nostro
mondo si parla solo dei diritti e quasi niente dei doveri, bailamme dove viene
continuamente confusa la felicit¨¤ con il piacere, il bene con il male, la
generosit¨¤ con la convenienza, il sogno con l¡¯inganno, la religione con il
sociale, le patate con i fagioli, l¡¯essere con l¡¯avere. Purtroppo alle prediche
della Messa della Domenica si parla poco anche della morte e del dopo, come se
dovessimo rimanere eternamente vivi e la morte fosse un fenomeno che accade ad
altri, non a noi. Cos¡¯¨¨ allora il dopo? Non viene pi¨´ letto n¨¦ ricordato San
Paolo nella sua Seconda lettera ai Corinzi: ¡°Conosco un uomo in Cristo che,
quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio -
fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo - se con il corpo o senza
corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in paradiso e ud¨¬ parole indicibili che
non ¨¨ lecito ad alcuno pronunziare¡±. E
San Matteo: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno
che v'¨¨ stato preparato fin dalla fondazione del mondo¡±. Questa la tragedia: ci
hanno fatti orfani dei Cieli. Senza terra di speranza da raggiungere stiamo
diventando i manichini della morte, solo scheletri con addosso la carne, pasto
abbondante, molto abbondante, per i vermi. Afflitti dal disordine mentale di un
materialismo becero e bigotto ci stiamo scordando da dove veniamo e dove siamo
diretti; purtroppo ed in pi¨´ nessuno ce lo ricorda pi¨´. Sembra proprio che la parte
ricca pasciuta grassa e sprecona dell¡¯umanit¨¤ abbia gi¨¤ creduto di trovare il
suo paradiso, qui, in quest¡¯inferno.
(mario guadalupi)
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